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#Poesiaespressa e non solo: un’intervista a Luca Gamberini

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Tragico Alverman

Olivetti Lettera 22 - Marcello Nizzoli (1950)Olivetti Lettera 22 – Marcello Nizzoli (1950)

Capita sempre più spesso d’incontrarlo, in una libreria oppure in un caffè o anche in un museo, seduto davanti alla sua Olivetti Lettera 22 a scrivere poesie all’istante.
Lui è Luca Gamberini: bolognese, amante della poesia, della cucina e dei colori rosso e blu (quelli del BFC, naturalmente).
Domani, in occasione di San Valentino, sarà alla fermata Tper di Via Rizzoli a scrivere poesie d’amore: un’altra iniziativa legata a #Poesiaespressa, che è un po’ il marchio di fabbrica che l’ha finora contraddistinto.
Luca ha due libri all’attivo e soprattutto uno di prossima uscita, per un’importante casa editrice.
Tragico Alverman ha voluto intervistarlo ed ecco che cosa ne è venuto fuori.

Prima di tutto, caro Luca, la domanda più ovvia: come e quando nasce il progetto #Poesiaespressa?

Nasce a fine febbraio 2019 alla Confraternita dell’uva, proprio qui sotto le Due Torri. Una lettrice…

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Ròba da fèr pòra !

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Con questo starete in casa più volentieri

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SE CLICCATE SUI LINK VI COLLEGATE CON 10 GRANDI MUSEI MONDIALI
E potrete visitarli comodamente sorseggiando il vostro abituale champagne
1. Pinacoteca di Brera – Milano

HOME


2. Galleria degli Uffizi – Firenze
https://www.uffizi.it/mostre-virtuali
3. Musei Vaticani – Roma
http://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/catalogo-online.html
4. Museo Archeologico – Atene

Collections


5. Prado – Madrid
https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-works
6. Louvre – Parigi
https://www.louvre.fr/en/visites-en-ligne
7. British Museum – Londra
https://www.britishmuseum.org/collection
8. Metropolitan Museum – New York
https://artsandculture.google.com/explore
9. Hermitage – San Pietroburgo
https://bit.ly/3cJHdnj
10. National Gallery of art – Washington
https://www.nga.gov/index.html

Diario pandemico di una domenica di fine marzo in piena euforia per l’introduzione dell’Ora legale

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Mi sono detto: “Adesso basta!” Oggi si cambia completamente registro. È domenica e la festa deve sempre essere celebrata. Oltretutto oggi viene introdotta, per l’anno in corso, l’ora legale. A cui, ritengo, debbasi il titolo di Festa Grande.
Decido quindi di sospendere per la giornata la lettura del Decamerone – utile per conoscere quali altre idee erano circolate in altri tempi per situazioni analoghe – e di partecipare a qualche iniziativa pubblica per celebrarla come si deve.

Innanzi allo specchio il rasoio sistema qualche libertà che si sono presi alcuni peli della barba. Mi guardo e riguardo allo specchio. Faccio le boccacce per controllare l’espressività del volto. Vado a scegliere l’abbigliamento più consono al programma che mi sono prefisso.
La giornata promette al tiepido, quindi potrei utilizzare un caldo maglione a giro collo di modo che si possa vedere sotto la fantasia del nodo della cravatta. È uno sfizio… ma ci tengo.
E siamo arrivati alla scelta della cravatta. Ne possiedo ben diciotto. Una o forse due per ogni tipologia di occasione mondana che può capitare a una persona non troppo giovane e ben inserita nel jet set cittadino.
Il nastro che traggo dalla rastrelliera che li tiene ordinati contro l’anta del guardaroba – non avevo dubbi – è quello rosso a pallini bianchi. Il mio preferito!
Così sarei abbigliato dalla testa ai… “Merde!” (primo omaggio giornaliero al generale Cambronne (Pierre Jacques Étienne, visconte di Cambronne è stato un generale francese. Stando a Wikipedia, sarebbe nato il 26 dicembre 1770 a Nantes e ivi deceduto il 29 gennaio 1842) Ecco cosa manca ancora…
Da quando sono uscito dalla doccia sono rimasto, volgarmente, con le fette ignude… E allora… calzini di lana, corti, grigi, con losanghe rosse che si adattano benissimo a un paio di scarpe primaverili che recupero dalla scarpiera nel ripostiglio. Quel due metri per uno che occulta le cose meno nobili della domesticità e, furbescamente, quelle più preziose. Tutte nella cassaforte lì alloggiata.
Sicuramente il posto meno ipotizzato da un’eventuale intrusione di malfattori.
Beh, oggi che inizia il periodo dell’ora legale, non sarebbe male avere al polso uno di quei gioielli della precisione d’Oltralpe che mi sono regalato negli anni.
“Già… La cassaforte! Per aprirla, però, occorre la combinazione. Che non ricordo mai. Non è un problema: è scritta nel notes del computer. Salgo nello studio – è al piano superiore: 11 scalini –, accendo la macchina. Attendo tutto quello che deve caricare prima di farmi leggere: “È in corso l’aggiornamento del sistema. Attendere prego”. Attendo, consulto e memorizzo. “Facile, è la data del matrimonio.”
Spalanco lo spesso battente del forziere e scelgo il più fico degli orologi: quello completamente meccanico. Che essendo quello che meno uso, è completamente scarico. In cucina, appeso alla parete sta un dozzinale orologio da muro, elettrificato, e quindi perfettamente regolato. Basandomi su quello aggiorno e carico il Gerard Peregeux. Stringo il cinturino al polso e direi che sono pronto per la grande festa di inizio del periodo dell’ora legale.
Con passo deciso attraverso la sala. Apro la finestra che guarda quello splendido scorcio che è la piazzetta di San Colombano con il suo secolare edificio e mi affaccio. È una grande giornata primaverile: cielo terso, sole caldo. Per strada non c’è nessuno. Non un rumore. Non troppo lontano, Palazzo, batte le undici. Per strada continua a non esserci nessuno.
Mi affaccio e grido: “Sono qui. Ci sono anch’io. Aspettatemi!”
Il silenzio è totale.
Chi se ne frega! Desisto. Sfilo il pullover, sciolgo il nodo e cavo la cravatta. Rimetto la tuta da casa. Nella cucinetta riprendo il dialogo sospeso con con il frigo e il microonde. Andrò a fare quattro passi sul loggiato.
Eppure… non mi sarebbe dispiaciuto celebrare con eleganza l’inizio del periodo in cui ci si gode la luce dell’ora legale.
– 29-03-2020 – AJN